Libretti di risparmio: quale conviene scegliere?

Per i libretti di risparmio quale conviene scegliere?

Il risparmio ha un’importanza così centrale nella vita delle famiglie italiane e in quelle della nazione tutta che già l’art. 47 della Costituzione sancisce che la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito e favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario.

Ed il risparmio accantonato dalle famiglie italiane ha rappresentato per molti decenni la componente più importante del risparmio nazionale, sia per entità relativa sia per stabilità nel tempo.

Naturalmente le ‘abitudini’ di risparmio delle famiglie sono cambiate ed evolute nel tempo, ma un ruolo centrale lo hanno sempre avuto e continuano ad averlo i libretti di risparmio.

Il libretto di risparmio è un libretto fornito dagli istituti di credito a seguito dell’apertura di un deposito a risparmio. Al suo interno vengono riportate tutte le operazioni contabili effettuate dal cliente (prelievi, versamenti) o dall’istituto di credito per conto proprio (interessi o spese) o per conto di terzi (accredito della pensione, imposta di bollo).

Libretti di risparmio quale conviene scegliere

Si tratta di un contratto stipulato tra la posta/banca e il risparmiatore, con cui l’istituto acquista la titolarità delle somme versate dal cliente, impegnandosi a restituire la somma in qualunque momento, percependo degli interessi corrisposti a favore di questo contratto.

È quindi una forma di deposito bancario o postale ma con alcune limitazioni rispetto al normale conto corrente, anche se comunque le banche tendono ad offrire un minimo garantito di servizi.

Il libretto di risparmio non consente di emettere assegni, di domiciliare le bollette, di effettuare pagamenti con carte di credito o operazioni tramite internet. Inoltre, sul libretto di risparmio non è mai possibile sconfinare, rispetto al saldo del deposito, cioè “andare in rosso”.

Questa tipologia di deposito consente di ottenere degli interessi sulla cifra depositata, anche se negli ultimi anni il rendimento proposto è sceso ad una soglia sempre più bassa ed a partire dal 2012 è necessario pagare l’imposta di bollo pari a 34,20 euro all’anno, per le cifre che superano i 5000 euro.

Per quanto riguarda le tipologie, il libretto di risparmio nominativo è quello intestato al titolare, che permette di eseguire versamenti e prelievi solo a costui.

Vi sono poi i libretti al portatore che, non essendo legati ad un utilizzatore in particolare, permettono l’uso a diversi fruitori i cui nomi sono, però, inseriti tra quelli che hanno posto la loro firma sul contratto di apertura del libretto stesso.

Nei libretti al portatore l’importo del deposito a risparmio non può eccedere i 1.000,00 euro (DL 6.12.2011 n. 201) mentre, per l’accesso allo stesso, ogni utilizzatore deve sempre presentare un documento di identità per effettuare versamenti e prelievi.

Essenzialmente il libretto di risparmio si differenzia in postale e bancale.

Il Libretto Postale è un prodotto finanziario di Poste Italiane, per la gestione facile ed economica dei propri risparmi.  Tutti i tipi di libretti offerti da Poste Italiane vengono emessi dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A. e sono garantiti dallo Stato Italiano.

Il Libretto Postale può essere intestato a più persone maggiorenni, essere aperto in favore di un minorenne con la gestione dei genitori, essere intestato a una persona giuridica (ad esempio, una società a responsabilità limitata) e può persino essere utilizzato per l’accredito di pensioni.

Per quanto riguarda il Rendimento Lordo, la situazione attuale è la seguente:

  • Libretto Nominativo Ordinario 0,01% lordo;
  • Libretto Nominativo Smart  0,4% lordo per 180 giorni e poi 0,01%;
  • Libretto per minorenni 0,01%;
  • Libretto giudiziario 0,01% (sia vincolato che non vincolato).

Bisogna ricordare però che al tasso lordo degli interessi pubblicizzati occorre sottrarre la tassazione sugli interessi maturati, la quale era pari al 20% a partire dal 2014 e nel 2016- 2017 ha raggiunto il 26%.

Alla somma così calcolata va ancora sottratta  l’eventuale imposta di bollo per i depositi superiori a 5 mila euro, fissata una tantum, come abbiamo precedentemente detto, in 34,20 euro.

Per aprire uno di questi libretti, la procedura è molto semplice: basta recarsi presso il più vicino ufficio postale muniti di documenti di riconoscimento (carta d’identità, patente di guida etc) e codice fiscale.

Non è richiesto un versamento minimo e non sono presenti vincoli imposti per l’apertura di questo libretto di Poste.

Se la domanda è se sono convenienti, la risposta è sì per chi predilige la sicurezza al “guadagno”: Poste Italiane SpA è un intermediario che si è inserito a pieno titolo sul mercato creditizio, finanziario, assicurativo, previdenziale e di gestione del risparmio alla stregua di ogni banca o società di gestione dei risparmi, ed è più affidabile e più solido dal punto di vista patrimoniale e finanziario di molti altri istituti bancari.

Come abbiamo detto all’inizio, anche i maggiori istituti bancari italiani offrono la possibilità di aprire il proprio libretto di risparmio, con modalità, servizi e limitazioni del tutto analoghe a Poste italiane.

Il Libretto di Risparmio di Intesa Sanpaolo, ad esempio, è un libretto di deposito a risparmio nominativo, pensato per chi intende effettuare solo le operazioni base e, di conseguenza, adeguato anche a chi fosse alla prima esperienza bancaria.

Il costo per l’apertura del Libretto di Risparmio è a carico del cliente, mentre non è previsto il pagamento di un canone annuo (né per la gestione del deposito, né per internet e phone banking, che sono però limitati alla sola rendicontazione). Con la stipula di Libretto di Risparmio sono gratuiti anche la carta di prelievo, che svolge la stessa funzione di un bancomat, e le relative movimentazioni (prelievi in Italia presso sportelli automatici di Intesa Sanpaolo).

Anche i libretti di risparmio Unicredit sono una delle offerte circa le modalità di investimento proposte, da sempre molto apprezzata dalle famiglie italiane.

Libretto One è il prodotto libretto di risparmio standard che viene offerto da UniCredit. Si tratta di un prodotto ibrido, dato che rispetto ai classici libretti permette anche di avere a disposizione alcune operazioni bancarie l’anno, come il ritiro del denaro e il trasferimento verso altri conti.

Il libretto non prevede nessun costo per l’emissione del libretto, il canone è di 12,00 euro annui, divisi in 12 rate mensili da 1,00 euro, mentre non c’è nessuna spesa per la documentazione, fatta eccezione per la rendicontazione cartacea, che viene spedita al costo di 0,62 euro.

Anche UniCredit, come la stragrande maggioranza delle banche ed anche Poste Italiane, riconosce un interesse lordo dello 0,01% sui depositi su Libretto One.

In generale ricordiamo che i tassi d’interesse praticati sui libretti e su tutti i depositi bancari sono frutto della contrattazione privata. L’unico obbligo della banca è di comunicare le variazioni (anche solo tramite Gazzetta Ufficiale) di quanto concordato e di pubblicare nei propri locali i costi e i tassi minimi praticati.

Per tirare le somme, alla domanda su quale libretto sia più conveniente in assoluto, non esiste una risposta univoca e tutto dipende dalle proprie esigenze.

Il modo migliore per scegliere quello più remunerativo è confrontare le offerte delle diverse banche, valutando il rendimento effettivo garantito, considerando il tasso di interesse promesso, la logica di capitalizzazione degli interessi e le spese da sostenere per il deposito.

Per fortuna, come abbiamo visto, buona parte dei conti deposito non ha costi e offre tassi di interesse superiori ai conti correnti tradizionali. In numerosi casi, inoltre, le banche offrono condizioni favorevoli se si accetta di vincolare le somme depositate, mentre altre volte le banche effettuano campagne promozionali con condizioni vantaggiose per i nuovi clienti o per coloro che apportano nuova liquidità sul conto.

In definitiva, quindi, una volta considerata la propria situazione lavorativa e patrimoniale si andrà a confrontare l’offerta dei vari istituti e si potrà optare per quello con meno spese di gestione o comunque quello che soddisfa tutte le proprie richieste.