Il governo da anni, nel contrasto all’economia sommersa e al lavoro in nero, sta cercando di imporre solo pagamenti elettronici e tracciabili, e a tal fine ha imposto achea l’obbligo di accreditare sui conti correnti pensioni e stipendi.
Ma allo stesso tempo le banche, anno dopo anno, stanno aumentando i loro costi di gestione, penalizzando soprattutto coloro che hanno redditi più bassi e minori entrate.
La soluzione, però, la offre lo stesso governo e si chiama “conto base”.
Come spiega l’Abi, il conto base è un conto di pagamento “a operatività limitata e costo contenuto, pensato in primo luogo per chi non dispone di un conto e ha esigenze bancarie essenziali, offerto senza spese a chi appartiene a una fascia socialmente svantaggiata e a pensionati con basso reddito”.
Ed ancora: è “dedicato in particolare ai cittadini in situazione di maggiore fragilità economica, come famiglie e pensionati a basso reddito, con l’obiettivo di favorirne e sostenerne l’inclusione finanziaria”.
Questo prodotto, che gli istituti di credito sono obbligati a mettere a disposizione, è valido per i pensionati con un reddito inferiore a 18mila euro lordi, mentre per i redditi più bassi (Isee inferiore agli 11.600 euro) è prevista anche l’esenzione dell’imposta di bollo.
Il conto prevede una serie predeterminata di servizi per la semplice movimentazione di denaro, come i versamenti e prelievi, e di pagamento oltre alla carta di debito e un numero predefinito di operazioni incluse.